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Diabete, al via in Uk il programma per adottare il «pancreas artificiale»

Un comitato indipendente del Nice (National Institute for Health and Care Excellence) ha raccomandato l’uso di questo dispositivo che consente a una persona con diabete di tipo 1 di svolgere la propria vita quotidiana senza dover monitorare se i livelli di glucosio nel sangue sono troppo alti o troppo bassi.

La Gran Bretagna ha appena avviato un programma per la fornitura di “dispositivi ibridi a circuito chiuso” alle persone con diabete di tipo 1 .

Nella bozza delle linee guida, un comitato indipendente del Nice (National Institute for Health and Care Excellence) ha raccomandato l’uso di questa tecnologia che è stata descritta come un passo verso un pancreas artificiale e che consente a una persona con diabete di tipo 1 di svolgere la propria vita quotidiana senza dover monitorare se i livelli di glucosio nel sangue sono troppo alti o troppo bassi.

E sempre ieri, Medtronic ha ottenuto l’approvazione europea che le consente di combinare per la prima volta il suo ultimo microinfusore automatizzato per insulina con il suo nuovissimo sensore di glucosio, che il colosso della tecnologia medica descrive come un sensore di zucchero nel sangue tutto in uno usa e getta che richiede meno di 10 secondi per essere inserito sotto la pelle senza richiedere il prelievo del polpastrello.

La società ha dichiarato che prevede di iniziare a rendere il pacchetto disponibile in Europa, per le persone con diabete dai 7 anni in su, attraverso una versione limitata a partire dalla primavera del 2024.

Secondo Medtronic, il suo dispositivo controlla i livelli di glucosio e regola la somministrazione di insulina ogni cinque minuti. Precedenti studi sul sistema ibrido a circuito chiuso, insieme all’algoritmo di rilevamento dei pasti, hanno mostrato un calo dei livelli di HbA1C (emoglobina glicata) anche nei bambini e negli adolescenti con diabete di tipo 1.

Il sistema ibrido a circuito chiuso è composto da un sensore che monitora in maniera costante il glucosio, collegato a una pompa a insulina indossabile che eroga l’ormone nella giusta quantità quando serve, grazie a un algoritmo di controllo. Lo hanno chiamato “pancreas artificiale” o “bionico” e ha dimostrato di controllare in maniera più efficiente i livelli di glucosio nel sangue rispetto alla terapia standard dove le modifiche nella somministrazione di insulina sono affidate al paziente.

Inoltre i sistemi ibridi liberano le persone con diabete di tipo1 dalla routine della puntura del dito, dalle iniezioni di insulina sull’addome e dal peso della gestione del diabete. Ma si attende il via libera anche per chi soffre di diabete di tipo 2 non controllato in terapia insulinica.

Il controllo più accurato dei livelli di glucosio permette di diminuire il rischio di complicazioni come grave ipoglicemia, infarti e ictus oltre ai relativi costi, calcolati nel 10% dei budget annuali destinati alla sanità in Europa. In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono 300.000.

«Il sistema usa un algoritmo per determinare la quantità di insulina che deve essere somministrata in maniera automatica al fine di garantire un livello stabile di glucosio, al contrario dei dispositivi che erogano insulina in maniera continuativa le cui modifiche sono affidate al paziente stesso - spiega Angelo Avogaro, presidente Sid (Sociateà italiana di diabetologia) che aggiunge: «il pancreas artificiale si candida a cambiare la vita delle persone con diabete di tipo 1 e rappresenta il varco di ingresso in una nuova era di trattamento. Un migliore controllo dei livelli glicemici non ha solo un effetto sulla qualità di vita ma anche sui costi associati, calcolati in un 10% della spesa sanitaria globale. Oggi la tecnologia è in grado di trasformare, soprattutto nei più giovani, la gestione della malattia».

«L’idea di automatizzare l’infusione di insulina nasce oltre 40 anni fa, ma solo negli ultimi 10 anni la miglior accuratezza dei sensori, la precisione delle pompe per somministrazione di insulina (microinfusori) e lo sviluppo di algoritmi affidabili ha permesso di portare alla commercializzazione dei primi modelli di pancreas artificiale - racconta Federico Boscari, diabetologo presso l’Azienda Ospedale Università di Padova - L’attesa era tale che, in parallelo, un piccolo gruppo di pazienti e di genitori di soggetti pediatrici affetti da diabete di tipo 1 ha messo in comune le proprie competenze tecnologiche, per creare dei modelli di pancreas artificiale “fai da te”, collegando sensori e microinfusori con algoritmi creati appositamente, con l’obiettivo di rendere più sostenibile la gestione quotidiana del diabete di tipo 1, senza attendere la commercializzazione dei primi modelli ufficiali».

Ad oggi sono migliaia le persone che utilizzano tali dispositivi fai da te (open source). Alcuni utilizzano un minicomputer (open APS system) e altri con una app scaricabile sul proprio smartphone (Android APS, Loop) così come raccontato su un recente numero di Nature. Nel 2022 è stato stilato un documento di consenso firmato da 40 esperti internazionali per supportare chi volesse usare gli open source Aid e nel 2022 l’Fda ha approvato ufficialmente l’utilizzo di uno di questi modelli. Nel frattempo la commercializzazione di sistemi ufficiali ha permesso negli ultimi 5 anni una diffusione dei sistemi di pancreas artificiale.

Tratto da: Il Sole 24 Ore, Francesca Cerati, 09 gennaio 2024