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UN NUOVO STENT RILASCIA I FARMACI PER L'ARTERIOPATIA PERIFERICA

 

Il nuovo stent Zilver PTX a rilascio di farmaco per il trattamento dell'arteriopatia periferica, una malattia cronica che colpisce decine di milioni di persone in tutto il mondo, è una delle innovazioni terapeutiche che saranno presentate al settimo convegno sulla Interventistica Periferica, in programma ad Avellino l'11 e 12 dicembre 2009. Il convegno, organizzato dal professor Paolo Rubino, responsabile del Laboratorio di Chirurgia Invasiva della Clinica Montevergine di Mercogliano, e dal professor Carlo Ruotolo dell'Aorn Cardarelli di Napoli, sarà un’occasione di incontro e confronto tra esperti italiani ed internazionali per esaminare i nuovi protocolli diagnostici e terapeutici della patologia arteriosa periferica e aortica. Una delle più recenti innovazioni tecnologiche per il trattamento mini-invasivo dell'arteriopatia periferica (PAD) è Zilver PTX, il nuovo stent a rilascio di farmaco. Da poco disponibile anche in Italia, Zilver PTX è il primo stent appositamente progettato e approvato per il trattamento dell'arteriopatia periferica che colpisce l'arteria femorale superficiale (SFA), il principale vaso sanguigno della gamba. Si tratta di uno stent auto-espandibile realizzato in nitinolo, che prima ripristina il flusso sanguigno nell'arteria e poi rilascia in maniera mirata il paclitaxel, il farmaco che riduce il successivo stringimento (ristenosi) delle arterie. Un significativo vantaggio clinico del nuovo stent Zilver PTX è l'assenza di polimeri. Annulla pertanto i rischi potenziali per i pazienti, tra i quali la formazione di trombi e di infiammazioni. Nel corso del Convegno, gli esperti faranno il punto sulle opzioni terapeutiche piú avanzate nel campo dell'interventistica periferica e aortica e saranno trasmessi dal vivo diversi interventi, tra cui l'impianto del nuovo stent Zilver PTX a rilascio di farmaco che sarà realizzato alla Clinica Montevergine dall'equipe del professor Paolo Rubino. Le patologie ostruttive degli arti inferiori sono la prima causa di amputazione chirurgica in Europa, un intervento che potrebbe essere evitato nell'80 per cento dei casi con la diagnosi precoce dell'ostruzione e la rivascolarizzazione dell'arto.
Tratto da: Sanità News, 10 dicembre 2009