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Sanità Lombardia, rivoluzione ticket per i malati cronici: con reddito alto si pagherà di più

Oggi chi ha il diabete o una cardiopatia gode delle esenzioni per esami e visite a prescindere dal reddito. La Regione ha bisogno dell'ok del governo, ma conterà anche il numero dei familiari a carico.

Il principio è nelle cosiddette “Regole”, le norme approvate a fine anno per governare la sanità nel 2016. Ma Cgil, Cisl e Uil sono già in fermento, visto che prima di tutto vogliono capire quanto la Regione sia disposta a investire. Palazzo Lombardia lavora alla riduzione dei ticket: l'idea è di cambiare il meccanismo delle esenzioni per far pagare meno chi guadagna meno, e di più chi ha un reddito elevato.

Oggi chi ha una malattia cronica, come il diabete o una cardiopatia, gode dell'esenzione per gli esami, le visite e i farmaci previsti per la sua condizione. A prescindere che il suo reddito sia di 10mila o 100mila euro. È su questo che la Regione vorrebbe intervenire, come delineato nel paragrafo delle regole “Compartecipazione alla spesa”. Come? L'idea sarebbe di introdurre nuovi parametri, oltre alla patologia, per calcolare quanto ticket ogni paziente debba pagare. Tra questi, il reddito e il numero dei familiari a carico (è il “quoziente familiare”, anticipato da Roberto Maroni nei mesi scorsi e già usato in Francia) per far sì che chi ha un nucleo numeroso versi di meno. In base a questi criteri, due pazienti con la stessa patologia ma con redditi diversi non dovrebbero trovarsi più nella stessa situazione: quello con un reddito basso pagherebbe un ticket minimo se non nullo. Mentre quello con la stessa patologia, ma un reddito elevato, verserebbe una cifra più alta. Una piccola rivoluzione, visto che finora chi ha una patologia cronica non paga nulla, anche se ha guadagni alti: in questo modo, la musica cambierebbe. La manovra per diventare operativa dovrebbe avere prima l'ok di Roma: “La possibilità di applicare tali modelli innovativi dovrà essere verificata con il ministero della Salute ed il ministero dell'Economia e delle Finanze”, si legge infatti nelle “Regole”.

L'idea nelle scorse settimane è stata presentata, a grandi linee ai sindacati. Ma lascia perplesse le sigle confederali, che nei prossimi giorni incontreranno la Regione su questo tema. E che, con Maroni, nel 2014 hanno firmato un accordo che prevede l'abolizione del superticket, la riduzione del ticket per i redditi sotto i 30mila euro e la diminuzione delle rette delle case di riposo. “Siamo a favore di una rimodulazione dei ticket, ma prima di tutto si deve capire quante risorse la Regione vuole investire”, dice Melissa Oliviero, segretaria della Cgil Lombardia. “Anche la riduzione delle rette è prioritaria: sappiamo che le risorse in arrivo alle regioni sono in calo, ma il tema è fondamentale”, aggiunge Danilo Margaritella, numero uno della Uil Lombardia. “C'è una bozza sul tema dei ticket che la Regione ci ha presentato - puntualizza Osvaldo Domaneschi, segretario generale della Cisl lombarda - ma capire quante risorse ci sono per il 2016 e il 2017 è indispensabile. Dopo, si potrà ragionare sui modelli: non si possono fare le nozze con i fichi secchi”.

Tratto da: La Repubblica, Alessandra Corica, 09 gennaio 2016