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Evolocumab riduce lipoproteine in pazienti con diabete mellito di tipo 2

Evolocumab, un farmaco iniettabile della nuova classe degli inibitori Pcsk9, riduce in modo marcato i livelli di lipoproteine aterogene nei pazienti con diabete di tipo 2, un effetto coerente in tutti i sottogruppi e simile a quello osservato nei pazienti non diabetici. «Gli inibitori Pcsk9 agiscono bloccando a livello epatico il legame della proteina omonima ai recettori dell'Ldl, migliorandone l'eliminazione e riducendone i livelli plasmatici» dice dalle pagine della rivista The Lancet Diabetes and Endocrinology Frederick Raal dell'Università di Witwatersrand a Johannesburg in Sud Africa, ricordando che nel diabete di tipo 2 esiste un aumento del rischio cardiovascolare, e che gli anticorpi monoclonali anti-Pcsk9 come evolocumab hanno dimostrato di ridurre il colesterolo Ldl e altri lipidi. «L'abbassamento del colesterolo Ldl con le statine ed ezetimibe fornisce ben noti benefici cardiovascolari per i pazienti con diabete di tipo 2, mentre l'efficacia specifica degli inibitori Pcsk9 nei diabetici non era finora nota» scrivono gli autori che per approfondire l'argomento hanno passato in rivista gli archivi biomedici selezionando tre studi sull'argomento, per un totale di 413 pazienti con diabete di tipo 2 e 2.119 pazienti non diabetici. «Nei diabetici in terapia con evolocumab si osservano riduzioni medie della concentrazione di colesterolo Ldl superiori alle riduzioni di percentuale ottenute con placebo o ezetimibe» precisa il ricercatore, aggiungendo che i risultati sono simili in tutti i sottogruppi di pazienti indipendentemente dalla glicemia, dall'utilizzo di insulina, dalla funzionalità renale e dallo stato di malattia cardiovascolare. «Inoltre, nei non diabetici evolocumab causa riduzioni medie del colesterolo Ldl superiori del 66% al placebo e del 40% all'ezetimibe» osservano gli autori. E Raul Santos, del Lipid Clinic Heart Institute (InCor) all'Università di São Paulo in Brasile, commenta in un editoriale: «Evolocumab e alirocumab, anticorpi monoclonali anti Pcsk9 completamente umanizzati, sono stati di recente approvati in Usa e in Europa per il trattamento dell'ipercolesterolemia, e ora i dati di questo studio dimostrano la loro efficacia nel ridurre le lipoproteine aterogene anche nel diabete di tipo 2, con effetto simile a quello osservato nei non diabetici». I pazienti con diabete di tipo2 che potrebbero essere considerati per la terapia con inibitori Pcsk9 probabilmente comprendono quelli con malattia cardiovascolare accertata o rischio cardiovascolare elevato o che hanno avuto effetti collaterali con le statine, oppure i pazienti che hanno ulteriori eventi cardiovascolari nonostante la terapia con statine stesse.

Lancet Diabetes Endocrinol. 2016. doi: 10.1016/S2213-8587(16)00003-6

Lancet Diabetes Endocrinol. 2016. doi: 10.1016/S2213-8587(16)00014-0

Tratto da: Diabetologia33, 09 marzo 2016