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Diabete, in Italia 3,7 milioni di malati. E potrebbero essere un milione in più

I dati della Società italiana di diabetologia. Il dato più significativo: in 30 anni il numero di persone con questa patologia è più che raddoppiato.

Sono tre milioni e settecentomila i diabetici in Italia, secondo l'osservatorio Arno della Sid, la società italiana di Diabetologia. Ma i non diagnosticati potrebbero essere almeno un altro milione. Ogni malato italiano costa mediamente 4000 euro all'anno, per una spesa di circa 16 milioni di euro, ovvero il 15 per cento del fondo sanitario nazionale. Tutti i numeri sono stati presentati a Rimini, nel corso del congresso annuale della Sid, nel volume “Il diabete in Italia”.

I dati. Il volume mostra differenze anche significative tra una regione e l'altra: in cima alla lista di prevalenza la Calabria (più dell'8 per cento della popolazione), tra le regioni meno malate il Trentino Alto Adige con circa il 3,5 per cento (Istat 2014). Più uomini (5%) che donne (4), età prevalente tra i 50 e i 69 anni, nelle persone con scarsa o nessuna istruzione la percentuale di malati è maggiore di più di sette volte rispetto ai laureati (dati Passi 13-14).

In 30 anni il numero dei diabetici è più che raddoppiato negli ultimi anni, e sono cresciuti anche i costi dell'assistenza sanitaria, stimabile oggi in circa 15 miliardi di euro all'anno. Spesa che crescerà, considerato che aumenta il numero dei malati.

“I diabetici italiani sono controllati molto meglio dei pazienti degli altri paesi - ragiona Enzo Bonora, presidente Sid- ed è importante che continuino ad essere curati al meglio, ottimizzando la spesa sanitaria e garantendoci la possibilità di poter accedere a farmaci o strumenti nuovi”.

Per poterlo fare si deve cercare di risparmiare globalmente, evitando per cominciare le tante analisi non necessarie cui i diabetici sono sottoposti di routine - il cui costo è stimato in circa 100 milioni di euro all'anno - e prescrivendo soltanto quelle necessarie per monitorare la patologia. Tirando via dagli esami in esenzione alcuni che non servono e introducendone altri - come la creatinina - che non c'è ed è invece fondamentale. Il risparmio, però, non deve essere indiscriminato e basarsi soltanto sul costo del singolo dispositivo senza tener conto degli effetti sui pazienti.

“È il caso dei glucometri utilizzati per misurare la glicemia - continua Bonora - che sono strumenti terapeutici perché i pazienti, grazie alle misurazioni, decidono poi di adeguare la terapia. E di condividere i dati con il curante. Purtroppo alcune regioni hanno scelto un solo modello di glucometro, in base al costo minore, che rischia di danneggiare i pazienti, soprattutto gli anziani. Inoltre, se si devono cambiare forzosamente i glucometri ai pazienti, provvedendo anche all'addestramento, è già un bel costo. Che, se si aggiunge alla visita in più o all'accesso al pronto soccorso per una ipoglicemia, vanifica il risparmio: se anche uno su mille ha un problema il risparmio non c'è più. E temo che gli anziani possano avere difficoltà. Per questo la Sid propone un bollino blu sia per i glucometri che per tutto il materiale tecnologico, come i micro infusori. Sarà pronto nei prossimi mesi, in base alle valutazioni della nostra commissione tecnologica”.

In Emilia Romagna - però - è stata fatta una gara che, in base a criteri di prezzo e qualità, ha scelto 4 diversi modelli. “Non abbiamo un modello unico - spiega Paolo Di Bartolo, responsabile della rete clinica di Diabetologia della Ausl Romagna - e ogni Asl usa questi apparecchi, ma con una possibilità di derogare del 20 per cento. In questo modo abbiamo risparmiato il 35 per cento della spesa che è stata reinvestita”.

E l'Emilia Romagna è anche l'unica regione a rimborsare - adesso soltanto per i pazienti pediatrici e per chi è stato ricoverato per ipoglicemia grave - un nuovo misuratore di glicemia: un cerotto grande come una moneta di due euro, che si applica sulla pelle del braccio, e ha un filamento metallico poco più grande di un capello che entra sottocute e misura la glicemia. Per leggere il dato via Bluetooth basta sovrapporre al cerotto un lettore portatile, più piccolo di un cellulare, ma è in preparazione anche una App per cellulare. “È discreto e facile da usare - spiega Di Bartolo, che ha il diabete 1 e lo indossa - e ha il vantaggio di evitare punture multiple in un giorno. Inoltre resiste all'acqua e dura 14 giorni”.

Il costo è di 118 euro al mese, più circa 60 per il sensore. L'azienda che lo produce (Abbott) raccomanda che di fronte a variazioni rapide della glicemia o se il valore rilevato non è adeguato ai sintomi sentiti dal paziente si ricorra ad una misurazione tradizionale.

Tratto da: La Repubblica, Elvira Naselli, 07 maggio 2016