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Per il profilo lipidico non serve il digiuno prima del prelievo ematico. Statement europeo

In un comunicato congiunto – pubblicato online sull'European Heart Journal – l'European Atherosclerosis Society (EAS) e l'European Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine (EFLM) raccomandano che «per la valutazione dei profili lipidici plasmatici [colesterolo totale, colesterolo-LDL, colesterolo-HDL e trigliceridi] siano abitualmente utilizzati campioni di sangue non a digiuno».

Il comitato internazionale che ha redatto lo ‘statement’, composto da esperti provenienti da otto Paesi europei, Australia e Stati Uniti, aggiungono due avvertimenti: i medici dovrebbero considerare la ripetizione di un test di profilo lipidico non a digiuno con un test a digiuno se i trigliceridi plasmatici sono superiori a 5 mmol/L (440 mg/dL), e soprattutto, devono inviare immediatamente un paziente con concentrazioni rischiose per la vita o estremamente elevate di trigliceridi o di colesterolo-LDL in una clinica lipidologica o a un medico specializzato in disturbi dei lipidi. In più, i rapporti dei laboratori dovrebbero evidenziare sempre i valori anormalmente elevati di lipidi non a digiuno.

«Spero che la maggior parte dei laboratori in tutto il mondo smettano di chiedere ai pazienti di digiunare prima del test del profilo lipidico, in quanto ciò potrebbe far sì che più persone effettuino misure di colesterolo e trigliceridi e, alla fine, insieme con il loro medico, favorire l'attenzione alla prevenzione delle malattie cardiovascolari» afferma il primo autore del documento, Børge G. Nordestgaard, dell’Ospedale Universitario di Copenaghen (Danimarca). «Le persone che manifestano obiezioni dovrebbero leggere la nostra dichiarazione di consenso».

Una metodica che sta cambiando già da alcuni anni in vari Paesi

Già nel 2009 la Società danese per la Biochimica Clinica raccomandava che i profili lipidici dovessero essere misurati di routine in campioni di sangue non a digiuno, con la possibilità di eseguire un test di ripetizione se i trigliceridi erano al di sopra 4 mmol/L (350 mg/dL): e questa, da allora, è stata la pratica clinica standard in Danimarca. Allo stesso modo, ma solo nel 2014, nel Regno Unito le linee guida del NICE raccomandano anch’esse questa metodica.

Al contrario, le Practice Guidelines della Task Force dell’American College of Cardiology/American Heart Association (ACC/AHA) nel 2013 consigliano di usare un campione di sangue a digiuno in quanto "preferibile" per il test dei lipidi, sebbene ritengono che possa essere impiegato un campione di sangue non a digiuno.

Alla base della modifica, ragioni pratiche e nuove evidenze scientifiche

La dichiarazione di consenso ha avuto lo scopo di valutare le implicazioni cliniche dell’utilizzo di campioni di sangue raccolti non a digiuno rispetto a campioni di sangue a digiuno per la valutazione dei profili lipidici per guidare i medici e i laboratori.

I vantaggi della determinazione dei profili lipidici in un campione di sangue non a digiuno consistono nel fatto che i pazienti che non hanno digiunato non devono fare un altro appuntamento per effettuare un altro prelievo di sangue, notano gli autori dello statement. Non richiedendo il digiuno notturno, la folla di pazienti che si accalca al mattino per un esame del sangue è diminuita e i medici sono risparmiati dal dover effettuare prove ripetute.

D'altra parte, i campioni a digiuno sono stati utilizzati in molti studi clinici alla base di linee guida e l'aumento dei trigliceridi che si verifica dopo aver mangiato un pasto grasso è stato pensato per influenzare notevolmente il calcolo del colesterolo LDL utilizzando l'equazione di Friedewald.

Nuove prove, però, hanno dimostrato che il cambiamento dei lipidi e delle lipoproteine in risposta ai pasti abituali della gente non è clinicamente significativo, spiega Nordestgaard. Per di più, ulteriori nuovi dati dimostrano che il colesterolo-LDL, calcolato o misurato direttamente, è simile, che una persona abbia digiunato o meno. Inoltre, osserva il lipidologo, «l'esperienza della Danimarca dal 2009 comprova che in più di 5mila pazienti ospedalizzati, i livelli di trigliceridi misurati negli stessi individui in due diverse occasioni (a digiuno e non a digiuno) hanno dato risultati simili, anche con livelli molto elevati di trigliceridi e nelle persone con diabete».

Alcuni commentatori ritengono che sia logico pensare che si andrà in questa direzione, a patto che i pazienti siano educati a non presentarsi per il prelievo dopo avere consumato un pasto con un alto contenuto in grassi il giorno stesso del test. In ogni caso, si pensa che non ci siano reali problemi fino al consumo di un pasto contenente meno di 15 g di grassi subito prima del test.

Ricapitolazione dei messaggi-chiave

Gli autori della dichiarazione di consenso riassumono così il contenuto delle loro raccomandazioni: «un campione non a digiuno può normalmente essere utilizzato per valutare il profilo lipidico del plasma nella maggior parte delle situazioni», tra le quali un test iniziale routinario, la valutazione del rischio cardiovascolare, in caso di un paziente ricoverato per sindrome coronarica acuta, nei bambini, in pazienti che preferiscono questo metodo, nelle persone con diabete (a causa del rischio ipoglicemico), negli anziani e nei pazienti in terapia farmacologica stabile.

Tuttavia, viene specificato, «il digiuno a volte può essere richiesto». Per esempio se un paziente ha i trigliceridi non a digiuno > 5 mmol/L (440 mg/dL) oppure un’ipertrigliceridemia nota (ed è seguito in una clinica lipidologica), o ancora se si sta riprendendo da una pancreatite ipertrigliceridemica o sta iniziando un trattamento farmacologico che causa severa ipertrigliceridemia, oppure se sono richiesti ulteriori test di laboratorio che necessitano del prelievo di campioni a digiuno o al mattino (per esempio, glicemia a digiuno o monitoraggio del trattamento con un farmaco).

Nordestgaard BG, Langsted A, Mora S, et al. Fasting is not routinely required for determination of a lipid profile: Clinical and laboratory implications including flagging at desirable concentration cut points—a joint consensus statement from the European Atherosclerosis Society and European Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine. Eur Heart J, 2016 Apr 26. [Epub ahead of print]

Tratto da: Pharmastar, 21maggio 2016