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La dieta mediterranea č il meglio anche per i cardiopatici

Nessun dubbio sul fatto che la dieta mediterranea sia un regime alimentare ottimale per prevenire le malattie cardiovascolari. Ma chi già ne soffre? Che benefici può trarne?

«La dieta mediterranea è ampiamente riconosciuta come una delle più sane abitudini alimentari nel mondo. Infatti, innumerevoli studi scientifici hanno mostrato che il tradizionale stile di vita mediterraneo è associato a un più basso rischio di sviluppare diverse malattie croniche e, cosa più importante di morte per ogni causa. Ma finora, la ricerca si è concentrata sulla popolazione generale che è composta principalmente da persone sane. Cosa succede alle persone che hanno già sofferto di malattie cardiovascolari? La dieta mediterranea è ottimale anche per loro?».

Giovanni de Gaetano, direttore del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia), illustra in questo modo la domanda a cui, con il suo gruppo, ha cercato di rispondere.

Quella domanda è diventata uno studio condotto su oltre 25.000 cittadini del Molise (Moli-sani il nome del progetto di ricerca) i cui risultati sono stati ora presentati all’annuale congresso dell’European Society of Cardiology.

«Tra i partecipanti abbiamo identificato 1.197 persone che riportavano una storia di malattie cardiovascolari al momento dell’arruolamento nello studio Moli-sani», dice la principale autrice dello studio Marialaura Bonaccio.

Su questi si sono concentrati i ricercatori, focalizzandosi soprattutto sulla dieta (valutata su una scala da 1 a 9 che ne misurasse l’attinenza al modello mediterraneo) e mettendola in relazione al loro stato di salute.

Ebbene, dopo circa 7 anni dall’inizio dell’osservazione, i ricercatori hanno osservato che per ogni 2 punti di aumento nella scala di valutazione della dieta si registrava un calo del 21 per cento del rischio di morte fino a raggiungere una riduzione del rischio prossima al 40 per cento.

«Abbiamo scoperto che tra quanti aderiscono con maggiore fedeltà alla dieta mediterranea la mortalità per ogni causa è inferiore del 37 per cento rispetto a quelli che sono più lontani da questo modello alimentare», dice ancora de Gaetano.

Quanto alle componenti dell’alimentazione che più incidono sulla riduzione del rischio di mortalità, «il maggior contributo arriva da un elevato consumo di vegetali, pesce, frutta, frutta secca e grassi acidi monoinsaturi, sostanzialmente olio d’oliva», conclude Bonaccio.

Tratto da: Healthdesk, 08 settembre 2016