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La dieta degli spot? La peggiore possibile

 

Mangiare come consiglia la TV significa fare il pieno di grassi e zuccheri
MILANO - Provate a mangiare quello che passa negli spot televisivi e niente altro: in capo a una settimana probabilmente avrete la glicemia sballata e il colesterolo alle stelle. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Savannah, negli Stati Uniti, ha guardato la TV per 96 ore registrando quello che la pubblicità invita a mettere nel carrello: quasi solo grassi e zuccheri di troppo. «Una dieta di 2mila calorie basata solo sui cibi reclamizzati negli spot, ci farebbe mangiare il 25 per cento in più della dose di zuccheri ammessa quotidianamente e il 20 per cento i più di grassi. E meno della metà della quantità consigliata di frutta, verdura e vitamine», sintetizza Michael Mink, il coordinatore della ricerca.
SPOT – Non è certo la prima volta che gli spot televisivi «malsani» finiscono sotto processo. Stavolta però i ricercatori sono stati puntigliosi nel valutare che cosa si potrebbe mettere nel piatto chi decidesse di dar retta solo alla TV, registrandosi 84 ore di programmi in prima serata e 12 ore al sabato mattina nell'arco di 28 giorni, dalle principali reti televisive statunitensi; il sabato mattina, peraltro, è stato inserito perché nella fascia oraria 8-11 vengono trasmessi molti cartoni e quindi gli spot in onda in quel lasso di tempo sono pensati per i più piccoli. I ricercatori hanno preso nota di tutti i cibi reclamizzati e delle porzioni fatte vedere in TV, per poi calcolarne il valore nutrizionale. I risultati, appena pubblicati sul Journal of American Dietetic Association, fanno impressione: l'eccesso di grassi e zuccheri in quei cibi è tale che basta mangiarli una volta nella giornata per superare di oltre tre volte la quantità di zuccheri raccomandata e di due volte e mezzo quella dei grassi. Merendine, primi piatti pronti, sughi elaborati, pizze extra-ricche: facendo la spesa con un occhio alla TV finiremmo ben presto dal medico con qualche problema.
SQUILIBRIO – Il risultato sarebbe infatti una dieta del tutto squilibrata, povera di vegetali e latticini. Otto i nutrienti per cui si eccederebbe seguendo la «dieta della TV: zuccheri, proteine, grassi totali e saturi, selenio, sodio, niacina, tiamina e colesterolo. Ben dodici, invece, i nutrienti poco rappresentati nei cibi da spot: carboidrati, ferro, fosforo, vitamina A, calcio, vitamina E, magnesio, rame, potassio, acido pantotenico, fibre e vitamina D. «In pratica, gli alimenti reclamizzati forniscono troppo di nutrienti associati a patologie, come il colesterolo, il sodio, i grassi saturi; e poco, pochissimo dei nutrienti che aiutano a mantenersi in salute, come le vitamine i minerali o le fibre», spiega Mink. Secondo cui ce ne sarebbe abbastanza per rendere obbligatorie negli spot frasi che avvertano il consumatore, quasi come se questi alimenti fossero farmaci di cui è bene ricordare le avvertenze. «Bisognerebbe prima di tutto informare i telespettatori dei problemi connessi al consumo dei cibi reclamizzati in TV, spiegando che spesso sono davvero poco sani – osserva il ricercatore americano –. Dovremmo anche educare la popolazione a saper riconoscere e scegliere un alimento equilibrato. E magari dare strumenti semplici e di rapida consultazione, magari sul web, per imparare a fare scelte sane a tavola». Perché, certo, nessuno magari adotta in pieno la dieta della TV. Ma basta davvero poco per esagerare: la maggioranza dei cibi da spot dovrebbe perciò rientrare nella categoria delle trasgressioni occasionali.
Tratto da: Corriere della Sera Salute, Elena Meli, 01 giugno 2010