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Diabete tipo 1, in Italia alta prevalenza di nefropatia. De Cosmo: importante la prevenzione

È stato pubblicato di recente su “Diabetes and Metabolism Research Reviews” un ampio studio epidemiologico sulla prevalenza della nefropatia nella persona adulta con diabete di tipo 1 (Dmt1) in Italia. La ricerca, realizzata dal gruppo di studio Annali Amd (Associazione Medici Diabetologi), è stata coordinata da Salvatore De Cosmo, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e responsabile della UOC di Medicina Interna dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia), al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Perché è importante conoscere la prevalenza della malattia renale nelle persone con Dmt1?

La nefropatia diabetica, definita dalla riduzione del filtrato glomerulare e/o dall'aumentata escrezione urinaria di albumina, è una delle complicanze microangiopatiche più gravi del Dmt1. Questo perché la complicanza renale è predittiva non solo di insufficienza renale terminale, che necessita di dialisi o trapianto di rene, ma anche perché è associata a un aumento di morbilità e mortalità, in particolare per cause cardiovascolari. Diversi studi su ampie popolazione di pazienti affetti da Dmt1, condotte sia nel nord Europa sia negli Stati Uniti, ascrivono addirittura la totalità dell'aumentato rischio di mortalità ancora presente nei pazienti con Dmt1 proprio allo sviluppo della nefropatia. Prevenire quindi la comparsa di danno renale in questi pazienti significa anche ridurre il rischio di mortalità. E oggi sappiamo che la prevenzione è possibile, come dimostrato da studi di intervento condotti negli anni scorsi e che hanno valutato in pazienti con Dmt1 l'efficacia del trattamento insulinico intensivo.

Quali scopi vi siete prefissati con questo studio e quali metodi avete utilizzato?

L'obiettivo di questa ricerca è stato quello di valutare la prevalenza della nefropatia nei pazienti affetti da Dmt1 in Italia e dei fattori di rischio correlati. Questo studio è stato reso possibile grazie alla disponibilità del database degli Annali AMD, dove sono raccolte le informazioni di oltre 40mila pazienti affetti da Dmt1 con una età media di 46 anni. La nostra indagine è stata condotta in oltre 20mila pazienti, che rappresentano oltre il 10% della popolazione con Dmt1 italiana. Quindi, reputiamo che i dati sono altamente rappresentativi di quello che succede in questo ambito nel nostro Paese.

Quali risultati sono emersi?

I risultati della nostra ricerca hanno mostrato che circa il 24% (1 su 4) dei pazienti valutati sono affetti da malattia renale cronica, l'8% ha un filtrato glomerulare ridotto e il 19% un'aumentata escrezione urinaria di albumina. L'età più avanzata, la maggiore durata del diabete, un peggiore controllo glicemico, l'aumento dei valori pressori e la dislipidemia sono emersi come fattori di rischio importanti di danno renale. Essere maschi predispone a un maggior rischio di albuminuria, mentre essere donna a un maggior rischio di riduzione del filtrato glomerulare.

Quali conclusioni avete tratto? E quali implicazioni possono avere i dati ottenuti sotto il profilo clinico?

I risultati di questa ricerca ci permettono di fare alcune considerazioni. Innanzitutto, la complicanza renale è altamente prevalente nei pazienti italiani affetti da Dmt1 (circa 1 su 4, come detto). Quindi, da un punto di vista clinico, è importante indagare la sua eventuale presenza sin dalle sue fasi iniziali: ne abbiamo i mezzi (anche se questo purtroppo non viene fatto regolarmente). Inoltre, oggi abbiamo le conoscenze adeguate e gli strumenti adatti per prevenire sia la comparsa sia la progressione del danno renale nei pazienti con Dmt1. In conclusione, questo studio ci dipinge il quadro della nefropatia nei pazienti con Dmt1 in Italia e stimola una “chiamata all'azione” per curare e soprattutto prevenire questa grave e temibile complicanza.

Diabetes Metab Res Rev, 2016 Dec 9. [Epub ahead of print]

Tratto da: Doctor33, 10 febbraio 2017