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Nuove prove a sostegno dello screening lipidico mirato nei giovani adulti

Secondo uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, valutare il livello di colesterolo in modo mirato è la soluzione migliore per la popolazione di giovani adulti. «Attualmente, l'American College of Cardiology/American Heart Association (ACC/AHA) raccomanda lo screening per i livelli di lipidi per tutti gli adulti di età superiore a 20 anni al fine di identificare le persone a rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica» esordiscono i ricercatori guidati da Krishna Patel, del Department of Cardiology all Saint Luke's Hospital di Kansas City, University of Missouri-Kansas City. «La U.S. Preventive Services Task Force suggerisce invece di ritardare lo screening a 35 anni per gli uomini e a 45 anni per le donne senza i tradizionali fattori di rischio cardiovascolare» aggiunge Patel, che assieme ai colleghi ha condotto uno studio per descrivere la prevalenza del rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica in adulti non diabetici di età inferiore a 50 anni e per capire di conseguenza la migliore strategia di screening tra le due oggi raccomandate dagli esperti statunitensi. Nell'analisi sono stati inclusi circa 9.600 adulti di età compresa tra 30 e 49 anni che avevano preso parte allo studio NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) ed è stato calcolato il rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni utilizzando il calcolatore di rischio ACC/AHA. «In assenza di fumo o ipertensione sono risultati ad alto rischio lo 0,09% degli uomini con meno di 40 anni e lo 0,04% delle donne con meno di 50 anni» spiegano gli autori che poi aggiungono: «In generale, il 2,9% aveva un livello di colesterolo LDL superiore a 190 mg/dL».

«I dati sembrano sostenere la modalità di screening proposta dalla U.S. Preventive Services Task Force, ma chi ha a cuore la prevenzione primaria delle patologie cardiovascolari dovrebbero richiedere una valutazione precoce del LDL-C, non certo un approccio ritardato» commentano in un editoriale Paul Ridker e Nancy Cook del Center for Cardiovascular Disease Prevention al Brigham and Women's Hospital di Boston.

Ann Intern Med. 2017. doi: 10.7326/M16-2052

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28505660

Ann Intern Med. 2017. doi: 10.7326/M17-0855

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28505631

Tratto da: Doctornews, 31 maggio 2017