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C.F. 98152160176

Gestori cronicità, riforma lombarda ancora sub iudice. Tar deciderà a settembre

Sui media viene dipinta come la salvezza della riforma della sanità lombarda. Ma la sospensiva negata dal Tribunale amministrativo regionale della Lombardia al ricorso dell’Umi sulle delibere regionali 6164 e 6551, che istituiscono i gestori per le cronicità, in realtà è solo un rinvio a settembre dell’udienza di sospensiva. In altre parole, la riforma lombarda può continuare a marciare ma resta sub iudice.

Unione Medici Italiani è un sindacato di 600 aderenti, affiliato a Smi, altra sigla che ha fatto ricorso contro le delibere di giunta. A guidarlo è da sempre Francesco Falsetti che ci ricorda come Umi abbia fatto ricorso in aprile contro la delibera “domanda” numero 6164, le altre sigle siano partite una volta uscita la delibera 6551 “offerta”, a maggio. Per la cronaca, per primo tra i “secondi” è partito Smi con un ricorso alla presidenza della Repubblica che proprio nei giorni scorsi su richiesta dell’Avvocatura della Lombardia è stato dichiarato di competenza del Tar lombardo. Poi hanno fatto ricorso al Tar altre tre sigle: Medicina Democratica guidata dal medico e giornalista Vittorio Agnoletto, Simet (medici del territorio) e Snami Lombardia. Tutte le sigle ricorrenti hanno chiesto la sospensiva, che si domanda per fermare la validità di un atto amministrativo con udienza urgente presumendo che quell’atto, sul cui merito si decide con udienza successiva, rechi danni economici ai ricorrenti. «In pratica - spiega Falsetti - i ricorsi delle altre sigle e le relative richieste di sospensiva sono arrivati dopo la nostra. La nostra udienza per la sospensiva era stata fissata il 25 luglio, per loro era fissata al 12 settembre. Nell’udienza del 25 luglio, siccome il giudice nell’occasione non aveva potere di definire l’udienza di merito, è stato possibile solo rinviare l’udienza sulla sospensiva al 12 settembre. Non è un male. In quella data saremo in tanti uniti a far valere le idee dei medici». Falsetti la pensa come il segretario Simet lombardo Giancarlo Testaquatra che in un comunicato ribadisce come la presenza di almeno «altri due Sindacati medici» (Simet e Snami ndr) il 12 settembre faccia la “forza”. Con molte probabilità in quella data si aggiungerà il terzo sindacato, lo Smi, che ha ora depositato il suo ricorso al Tar.

In realtà, le ragioni dei ricorrenti non sono tutte uguali. Umi e Simet hanno fatto ricorsi contro i contenuti, mentre MD e Snami lombardo lo hanno fatto anche su aspetti formali, sul problema costituito da delibere regionali che andrebbero a incidere su leggi nazionali. Inoltre, la 6164 oggetto del ricorso Umi interessa la domanda di cura e definisce per 3 milioni di cronici la possibilità di passare in capo, limitatamente alle loro patologie definite nella gamma delle 63 cronicità, a enti gestori che possono non essere il medico di famiglia; la 6551 che fa da spunto agli altri ricorsi (indirizzati peraltro contro entrambe le delibere) interessa l’offerta e delinea i gestori delle cronicità, che possono essere ospedali pubblici o privati, enti sanitari/sociosanitari terzi o cooperative di medici di famiglia dove il rapporto con il malato cronico e la sua patologia resta in carico integralmente al curante. «La delibera 6551 è in parte migliorativa della 6164 - ammette Falsetti -ma il combinato delle due norme continua a nostro avviso a svuotare alle competenze del medico di medicina generale come le conosciamo. Entro il 31 luglio saranno noti alla regione i nominativi degli enti e delle coop candidati alla gestione dei cronici ma, dovessi mettermi nei panni della Regione, troverei azzardato iniziare a realizzare subito la delibera, almeno fino al 12 settembre, in attesa della pronuncia del Tar lombardo».

Su un punto regione Lombardia e Umi concordano: «La regione ha chiesto l’udienza di merito anticipata, su questo punto i nostri avvocati e quelli della regione sono in accordo», dice Falsetti. «L’obiettivo sarebbe arrivare a sentenza entro fine anno». Intanto, l’Assessore regionale Giulio Gallera accoglie l’esito dell’udienza in modo positivo, l’orientamento dei giudici amministrativi confermerebbe che dalle delibere non si genera alcun danno al medico di famiglia, ma anzi si generano occasioni di crescita professionale. L’auspicio dell’assessore è che più medici ora siano convinti dell’utilità del progetto e vi aderiscano.

Tratto da: Doctor33, Mauro Miserendino, 27 luglio 2017

Nota dei WM: ci chiediamo quando gli “utenti” saranno consultati !!!