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Retinopatia diabetica: cos'č e quali sono i sintomi

La patologia colpisce un malato di diabete su 3 e può provocare gravi danni alla retina, fino a causare la cecità.

La retinopatia diabetica è una delle complicanze più diffuse del diabete. È una patologia che colpisce la retina a causa di un danno, nel lungo periodo, a carico dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la membrana del bulbo oculare. Secondo il rapporto 2016 sul diabete dell’Organizzazione mondiale della Sanità, la patologia è stata diagnosticata da un paziente diabetico su tre, causando cecità in circa il 3% della popolazione mondiale.

La retinopatia e la sua conseguente complicanza, l’edema maculare diabetico, possono essere prevenute mantenendo sotto controllo la glicemia e la pressione sanguigna, oltre al sottoporsi a regolari visite oculistiche.

COS’È LA RETINOPATIA DIABETICA?

La retinopatia diabetica (RD), è una possibile complicanza del diabete. “Ha origine da un’alterazione del microcircolo, - come ha spiegato a Policlinico news la Prof.ssa Elena Pacella, Responsabile UOD Pronto Soccorso oculistico del Policlinico Umberto I - secondaria al danno cronico derivante dall’iperglicemia e provoca la perdita irreversibile della vista”.

La retinopatia si divide in due forme:

•non proliferante (meno grave) che causa diverse lesioni ai vasi sanguigni dei bulbo oculare come microaneurismi ed emorragie retiniche;

•proliferante (invalidante) che causa la proliferazione di nuovi vasi sanguigni che portano al danneggiamento della retina fino a provocarne il distacco.

La retinopatia diabetica può portare a ulteriori complicanze come la formazione dell’edema maculare diabetico (EMD).

COS’È L’EDEMA MACULARE DIABETICO

L’Edema maculare diabetico colpisce la visione centrale e si presenta, in modo imprevedibile, nella retinopatia. È la manifestazione di quella che viene definita “deregulation emoreologica”, ovvero una variazione consistente delle caratteristiche del sangue come: grado di viscosità e velocità di flusso. Questa condizione è generata dall’iperglicemia con l’aumento dello spessore della retina per accumulo di liquidi negli spazi intercellulari e rottura della barriera emato-oculare tra il sangue e la retina. 

MACULOPATIA DIABETICA: SINTOMI

“La maculopatia altera significativamente la qualità della visione del diabetico, – ha spiegato la Prof.ssa - spesso in modo irreversibile e spesso in coincidenza di alterazioni sistemiche della malattia”. La comparsa dell’edema si associa a diversi sintomi caratteristici, come:

•offuscamento visivo;

•metamorfopsie, o visione deformata;

•difficoltà nella percezione dei colori;

•riduzione della visione notturna.

Determinate alterazioni della vista creano difficoltà nel paziente nello svolgimento delle normali attività quotidiane, dalla lettura alla guida. 

COME SI CURA L’EDEMA MACULARE DIABETICO?

Prima di parlare di cura va indicato che la retinopatia può essere prevenuto con un adeguato controllo del diabete, associato a un mantenimento del corretto livello della glicemia e della pressione sanguigna. “La cura dell’Edema Maculare Diabetico e della retinopatia diabetica in generale è cambiata enormemente negli ultimi anni. – ha proseguito Pacella - Se fino a poco tempo fa il laser era considerato l’unica possibilità terapeutica, ad oggi esistono nuovi validati trattamenti in grado non solo di evitare il deterioramento visivo ma anche di promuovere un miglioramento della capacità visiva. Ad oggi lo specialista può contare, oltre che sul trattamento laser e sulla chirurgia in casi selezionati, su un discreto numero di opzioni terapeutiche e di differenti farmaci con dimostrata efficacia”.

Il trattamento laser, o fotocoagulazione, è considerata da sempre la tecnica più efficace e sicura. Questo trattamento ha permesso di ridurre “al 5% il rischio di cecità legale e all’1% il rischio di cecità assoluta. Prima del laser il rischio di cecità legale era del 50%”.

“Negli anni sono state sviluppate tecniche alternative di trattamento laser, meno invasive, con minore intensità e impatto sulla retina, come l’iniezione intraoculare o intravitreale di anti – VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor, ndr). Questa tecnica permette di rilasciare direttamente in cavità vitrea alcuni farmaci in modo da massimizzarne l’effetto terapeutico oculare, riducendo i rischi legati alla somministrazione sistemica”.

Tratto da: Bussola Sanità, 12 novembre 2017