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Attivitā fisica, linee guida ignorate. Obesitā e patologie connesse in aumento

Obesità e malattie correlate sono un problema di salute pubblica in tutto il mondo e un recente studio pubblicato su JAMA Network Open evidenza che i fattori che ne sono la causa non accennano a migliorare. L'articolo prende spunto da un sondaggio eseguito negli Stati Uniti che si riferisce alle "Linee guida sull'attività fisica per gli americani", emesse nel 2008 e sistematicamente ignorate da gran parte della popolazione che, anzi, è sempre più sedentaria. Condotta su 27.433 partecipanti adulti, l'indagine ha mostrato che i comportamenti sedentari nel 2015 e 2016 occupavano mediamente 6,4 ore al giorno, mentre nel 2007 erano 5,7.

L'insufficiente attività fisica si associa a livello epidemiologico a una maggiore prevalenza delle persone obese e, come fa notare il presidente regionale Lombardia della Società italiana di medicina generale (Simg) Aurelio Sessa, «anche in Italia il fenomeno è molto diffuso: il 10% della popolazione è obeso, con un indice di massa corporea superiore a 30, e se consideriamo le persone sovrappeso, con un BMI tra 25 e 30, arriviamo quasi alla metà degli italiani».

La raccomandazione di fare più esercizio fisico va rivolto anche ai giovani e Sessa segnala in particolare l'aumento allarmante di diabete: «Sta diventando una sorta di epidemia; il diabete di tipo 2 qualche tempo fa si osservava tipicamente nelle persone avanti negli anni mentre oggi aumenta in maniera importante anche nella fascia d'età tra i 20 e i 40 anni; assistiamo inoltre a una diffusione preoccupante dell'obesità in età pediatrica, specie nel Sud Italia, con problemi che questi bambini si porteranno dietro anche quando raggiungeranno l'età adulta».

In questo scenario, il medico di famiglia viene ad assumere un ruolo strategico. «Le persone che si presentano quotidianamente nei nostri studi - dice Sessa - rappresentano uno spaccato significativo della popolazione generale. Molti sono anche i soggetti sani, nei confronti dei quali può essere fatta un'azione preventiva, vagliando alcune abitudini di vita come l'attività fisica, l'alimentazione o il fumo. Ovviamente, poi, c'è chi si rivolge a noi perché soffre di diabete, ipertensione, broncopatia cronica, artrosi... tutte situazioni in cui è utile raccomandare un'attività fisica adeguata alle condizioni del paziente. Simg ha sostenuto in più occasioni l'importanza di prescrizioni non farmacologiche fatte sul proprio ricettario in cui, ad esempio, accanto alla pastiglia per la pressione alta si raccomanda al paziente di fare trenta minuti di attività aerobica a giorni alterni o di ridurre l'apporto di zuccheri semplici e di grassi saturi. Riportare queste indicazioni per iscritto in una ricetta può servire a volte a far sì che vengano più seguite».

Tratto da: Doctor33, 30 agosto 2019