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La Gelmini porta 8 milioni contro il cancro

 

SANITÀ E ATENEO. Presentato il progetto dove il gruppo di ricerca veronese rappresenterà l'Italia nel consorzio internazionale per lo studio del genoma tumorale
Il ministro ha incontrato il rettore e il mondo universitario: Verona centro di ricerca nazionale per la lotta al tumore del pancreas
Verona rappresenta l'Italia in un progetto internazionale di ricerca sul cancro e lo fa con la «benedizione» del ministro all'Istruzione, alla ricerca e all'università Maria Stella Gelmini che ha garantito con una sua lettera il finanziamento di otto milioni affinchè l'Italia entri nel consorzio internazionale per il genoma del cancro, un consorzio nato tra istituzioni scientifiche per dare inizio e coordinare i progetti di ricerca che nel mondo hanno lo scopo di creare una mappa delle mutazioni del dna genomico dei diversi tipi di tumore.
Sarà Verona, con tre realtà, università, Azienda ospedaliera universitaria integrata e Fondazione Cariverona, a portare avanti la ricerca sulla parte relativa al pancreas, essendo ormai diventata terzo polo mondiale per lo studio e la ricerca di questo tipo di tumore. Il progetto diventa un'occasione di costituire a Verona un polo di ricerca oncobiologica competitivo a livello internazionale. Si chiama Arc (Alleati per la Ricerca sul Cancro) ed è diretto dal professor Aldo Scarpa, ordinario di Anatomia patologica della facoltà di Medicina dell'università di Verona. Iniziato nel 2007, ha un costo complessivo di 7,5 milioni di euro ed è finanziato dall'ateneo, dalla fondazione Cariverona e dal lascito della signora Miriam Cherubini.
Il ministro Gelmini è stata ricevuta al policlinico di Borgo Roma dal rettore Alessandro Mazzucco (operato solo ieri mattina a un ginocchio, arrivato in sala De Sandre in carrozzina e costretto a restare seduto), dal preside della facoltà di Medicina Michele Tansella, dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera Sandro Caffi e da numerosi medici tra cui il team del professor Paolo Pederzoli che da anni ha creato un gruppo interdisciplinare per il cancro del pancreas.
«Ringrazio il professor Mazzucco per avermi coinvolto in questa giornata e per l'appoggio che sta dando alla riforma dell'università», ha detto il ministro Gelmini, ricordando che in questi giorni il Senato si sta occupando della riforma «in cui mettere al centro il tema della formazione ad alto livello e della ricerca». E ha aggiunto: «Spero che dopo le elezioni si possano affrontare questi temi in un clima di collaborazione».
Sul finanziamento al progetto di cui Verona è capofila per l'Italia nell'ambito del gruppo internazionale che comprende anche Stati Uniti e Russia e che lavorerà per i prossimi dieci anni sulla ricerca dei vari tipi di cancro, il ministro ha ribadito che «il tema vale un finanziamento cospicuo. Ciò che è stato fatto a Verona e ciò che si farà per la ricerca sul cancro del pancreas rappresenta un modello, un paradigma da declinare anche in altri ambiti. È vero che il nostro Paese investe poco nella ricerca ma a volte le risorse non sono nemmeno state spese nel migliore dei modi. Questo progetto andrà nel piano nazionale della ricerca e rappresenta il modo con cui si devono concentrare le risorse su progetti di valore evitando la frammentazione». E ha concluso: «Dobbiamo evitare la fuga di cervelli ma diventare, piuttosto, un polo d'attrazione per ricercatori di alto livello».
Il progetto Arc si propone lo studio e l'analisi della malattia nelle diverse fasi: dalla diagnosi precoce basata su analisi di sangue o urine, alla definizione accurata della potenzialità evolutiva della malattia (prognosi), e alla predizione della risposta a terapie farmacologiche o radianti.
Alcune molecole potranno essere invece bersagli specifici di farmaci intelligenti e personalizzati. In campo diagnostico, le applicazioni di maggior impatto riguardano la possibilità di effettuare una diagnosi precoce, di sviluppare procedure-diagnostiche non invasive o metodologie radiodiagnostiche molecolari. Queste molecole devono essere il punto di partenza per lo sviluppo di nuovi farmaci mirati o di metodiche per identificare con certezza le cellule che riforniscono la massa neoplastica, le cellule staminali tumorali.
Tratto da: L’Arena, Elena Cardinali, 13 marzo 2010