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Diabete 2: quali sono le scelte alimentari migliori?

Anche per i pazienti diabetici, la risposta ad una corretta alimentazione è nella dieta mediterranea, con qualche accortezza.

Come gestire al meglio il diabete tipo 2 attraverso l’alimentazione?

Risponde Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e membro della supervisione scientifica di Fondazione Veronesi.

La dieta mediterranea è raccomandata sia per prevenire sia per trattare il diabete di tipo 2, ed è anche associata a una minor incidenza di problemi correlati come obesità e dislipidemia.

OCCHIO AGLI ZUCCHERI SEMPLICI

La dieta mediterranea limita moltissimo l’assunzione di zuccheri semplici, da introdurre preferibilmente con la frutta (fruttosio, glucosio, saccarosio), e i latticini (lattosio, trasformato poi in glucosio e galattosio). Ricordiamo però che non tutti i tipi di frutta sono uguali: la maggior parte contiene principalmente fruttosio, il quale non incide direttamente sui livelli di zucchero nel sangue, ma viene elaborato in modo diverso rispetto al glucosio dal fegato perché il suo metabolismo è indipendente dall’insulina. La frutta intera, tra l’altro, essendo naturalmente ricca di acqua e fibra, contiene, in generale, percentuali modeste di zuccheri semplici e può dunque essere inclusa, in modo moderato, nella dieta di un individuo con diabete. Bisogna però fare particolare attenzione a quei frutti notevolmente più dolci rispetto ad altri. Parliamo ad esempio di uva, fichi, cachi e datteri che, oltre al fruttosio, contengono anche quantità rilevanti di glucosio e saccarosio e sono quelli che, più di tutti, dovrebbero essere limitati nella dieta di un paziente diabetico, così come la frutta essiccata che, privata dell'acqua, presenta una concentrazione di zuccheri più elevata, a parità di peso.

PREFERIRE LE FONTI INTEGRALI

Per quanto riguarda i cereali, ricchi di carboidrati complessi, che sono la fonte di energia primaria nella dieta mediterranea, sarebbe preferibile scegliere quelli integrali, sia se consideriamo pane e pasta sia per quanto riguarda i cereali in chicco o in fiocchi. Per i pazienti diabetici, la percentuale di energia derivata dai carboidrati, che solitamente si aggira tra il 45 e il 60% per la popolazione generale, dovrebbe tendere in generale ai livelli inferiori (circa il 45-50%), ma è lo specialista che può dare consigli mirati al singolo individuo, tenendo conto anche dei livelli di attività fisica e del tipo di terapia ipoglicemizzante. A proposito di necessità di personalizzazione da parte di un nutrizionista, in caso di sovrappeso o obesità, la dieta potrà prevedere anche un apporto calorico inferiore rispetto ai reali fabbisogni energetici del paziente, avendo cura di mantenere l’assunzione proteica adeguata, per ottenere un calo ponderale ad esclusivo discapito della massa grassa.

FARE PASTI COMPLETI...

In generale i pasti, se pur moderati nelle quantità, dovrebbero essere vari e completi dal punto di vista nutrizionale. Non dimentichiamo che la dieta mediterranea prevede una buona dose di grassi buoni come quelli presenti nell'olio extra vergine d'oliva, nel pesce, nella frutta a guscio e nei semi, e anche di proteine. Questi nutrienti, assieme alla presenza di fibre, contribuiscono a mantenere moderato il carico glicemico del pasto, rallentando l'assorbimento degli zuccheri. Rimane comunque importante moderare il consumo di pasta e pane bianco, riso brillato, patate bollite, latticini (scegliendo latte e yogurt non zuccherati), oltre che naturalmente di dolciumi e dei frutti precedentemente elencati.

… E REGOLARI

Il diabete di tipo 2, se lieve o agli esordi, potrebbe essere trattato solamente con l’alimentazione. In casi conclamati e più rilevanti, necessita invece anche di una terapia farmacologica tramite ipoglicemizzanti orali, o anche insulina. Chi fa uso di insulina è a maggior rischio di crisi ipoglicemiche, che se gravi e non prese per tempo possono portare anche al coma e alla morte. È dunque importante, oltre a rispettare le indicazioni del medico sulle unità di farmaco da assumere, fare pasti regolari, evitando i digiuni ed evitare l’attività fisica di elevata intensità se non supportata da un adeguato apporto nutrizionale.

Si parla di ipoglicemia con valori inferiori a 70 mg/dl: i sintomi sono malessere, tachicardia, sudorazioni profuse, senso di fame, fino ad arrivare al coma, complicanza più temuta. In questi casi è importante assumere 15 grammi di zuccheri semplici che si trovano, ad esempio, in tre bustine di zucchero, in un succo di frutta da 100 ml circa o in mezza lattina di cola e ricontrollare la glicemia dopo 15 minuti.

Per tenere sotto controllo il diabete non dobbiamo dimenticare l’attività fisica di media intensità da svolgere quotidianamente 30 minuti o per almeno 150 minuti a settimana. Per garantire una dieta adeguata in base alle esigenze specifiche dei singoli pazienti e consigli mirati occorre fare sempre riferimento allo specialista.

Tratto da: Fondazione Veronesi, 30 settembre 2023