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Diabete di tipo 2, nuova insulina basale mono-settimanale mirata a più adesione e qualità della vita

Un recente studio a guida italiana, pubblicato su “Lancet Diabetes and Endocrinology”, analizza efficacia e sicurezza di un nuovo tipo di insulina a lento rilascio.

A 100 anni dalla scoperta dell’insulina, la ricerca scientifica lavora allo sviluppo di insuline “a lento rilascio” a somministrazione settimanale.

«Le insuline “mono-settimanali” promettono di semplificare la cura dei pazienti diabetici e migliorare la compliance terapeutica, il tutto mantenendo l’efficacia dell’insulina giornaliera ma con un rischio ipoglicemico ancora più contenuto» ricordano Pietro Lucotti e Luisa Morbegno, Ambulatorio Endocrinologia e CAD, Clinica Medica I, IRCCS Policlinico S Matteo, Pavia.

Di recente, segnalano Lucotti e Morbegno, è stato pubblicato su “Lancet Diabetes and Endocrinology” uno studio di fase 2 con l’obiettivo di «indagare efficacia e sicurezza dell’insulina basale Fc (BIF, insulin efsitora alfa). Tale insulina, somministrabile per via sottocutanea una volta alla settimana, è una proteina di fusione che combina una nuova variante insulinica a catena singola con il dominio Fc di una IgG umana, con un’emivita di 17 giorni (Heise T, et al. Diabetes Obes Metab 2023), che potenzialmente potrebbe migliorare l’aderenza alla terapia insulinica e la qualità di vita dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 (DM2)». Si è trattato di uno studio multi-centrico di fase 2, condotto in centri degli Stati Uniti, Portorico e Messico. «I pazienti arruolati erano 399 adulti affetti da DM2 (età > 18 anni, 51% femmine) con BMI tra 20 e 45 kg/m2 , HbA1c tra 6.5% e 10%, già in terapia con insulina basale giornaliera, con o senza assunzione di anti-diabetici orali» riportano gli specialisti. «I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi di trattamento: a) due gruppi (età media 59.9 anni) hanno assunto la terapia con insulina basale mono-settimanale (BIF) a dosaggio diverso e con obiettivi glicemici a digiuno differenti (< 140 mg/dL e < 120 mg/dL); b) l’altro gruppo (età media 60.8 anni) ha ricevuto insulina degludec in mono-somministrazione giornaliera con obiettivo glicemico < 100 mg/dL. I pazienti nel corso dello studio hanno continuato ad assumere gli anti-diabetici orali e la glicemia è stata monitorata in continuo (Dexcom G6). Ai pazienti che hanno assunto BIF è stata somministrata una singola dose di carico iniziale (pari a circa 1.5/3 volte la dose di insulina settimanale stimata), seguita dopo 7 giorni da una dose settimanale calcolata in base alla precedente dose di insulina giornaliera, considerando che 1 mg di insulina mono-settimanale BIF corrisponde a 49 UI di insulina. Tutti i pazienti sono stati trattati per 32 settimane seguite da 5 settimane di follow-up clinico e laboratoristico, al fine di monitorare eventuali eventi avversi e modulare il dosaggio dell’insulina».

Gli outcome considerati erano: efficacia dell’insulina mono-settimanale in termini di variazione di HbA1c, incidenza di ipoglicemie, variazioni della glicemia e time in range, cambiamento del peso corporeo, incidenza di eventi avversi. «L’efficacia del trattamento è stata valutata con un modello misto per misure ripetute e gli eventi ipoglicemici sono stati valutati e confrontati tramite un modello di regressione binomiale negativo. Questi i risultati. «Alla fine delle 32 settimane» riportano Lucotti e Morbegno «i pazienti trattati con degludec e con BIF hanno ottenuto risultati simili: 1) la media dell’HbA1c si è ridotta, rispettivamente, di 0.7% e 0.6%; inoltre, tra i tre gruppi di trattamento non sono state riscontrate differenze significative di HbA1c nel corso delle 32 settimane; 2) in ciascun gruppo di trattamento i valori di glicemia rimanevano entro un intervallo di 10 mg/dL dai rispettivi valori target; 3) aumento del peso corporeo ed episodi di ipoglicemia (≤ 70 mg/dL) sono stati minori nei trattati con BIF (p = 0.008), mentre gli eventi ipoglicemici gravi (< 54 mg/dL) non sono risultati significativamente differenti tra i tre gruppi. Per quanto riguarda gli eventi avversi, i più frequenti sono stati infezioni delle alte vie respiratorie (7%) e diarrea (5%), e i profili di tollerabilità e sicurezza dei due farmaci sono risultati sovrapponibili».

Questo è il primo studio che ha confrontato, in termini di efficacia e sicurezza, l’insulina basale giornaliera e l’insulina mono-settimanale BIF nei pazienti affetti da DM2, precedentemente trattati con insulina basale, commentano gli esperti. «Il trattamento con BIF ha evidenziato un miglioramento del compenso glicemico e un buon profilo di sicurezza» dichiarano. «Tali evidenze suggeriscono che il trattamento con insulina mono-settimanale può rappresentare una buona opzione terapeutica per i pazienti affetti da DM2 e che tali pazienti potrebbero beneficiare di un miglior controllo glicemico a fronte di un minor carico terapeutico, con un possibile miglioramento dell’aderenza alla terapia. L’utilizzo di BIF ha evidenziato un minor rischio ipoglicemico rispetto all’insulina giornaliera, probabilmente correlato alla minor variabilità della glicemia e alla possibilità di adottare obiettivi glicemici meno stringenti. Tali evidenze hanno dato un ulteriore impulso al programma di sviluppo dell’insulina mono-settimanale BIF, per cui è in corso un programma di fase 3, ideato per valutare l’utilizzo di tale insulina nelle varie tipologie di pazienti affetti da diabete in trattamento con altri farmaci» concludono Lucotti e Morbegno.

Lancet Diabetes Endocrinol 2023, 11: 158-68. doi: 10.1016/S2213-8587(22)00388-6.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36758572/

Tratto da: Doctor33, 31 ottobre 22023