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Diabete: può scoprirlo anche il dentista, con una veloce diagnosi

Le gengive infiammate sono comuni in chi ha il diabete e così il dentista, con un questionario dedicato e il test rapido per la valutazione dell’emoglobina glicata, può individuare facilmente chi ha la glicemia alta.

C’è un filo rosso che lega il diabete alle gengive infiammate: una malattia ‘potenzia’ e favorisce l’altra, in un circolo vizioso che si può spezzare con la diagnosi e una corretta terapia. Proprio per questo legame stretto il diabete si può riconoscere anche dal dentista, come suggeriscono gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia: bastano un questionario dedicato, una visita approfondita delle gengive e un test rapido per misurare l’emoglobina glicata, indicativa della glicemia negli ultimi due, tre mesi.

Sulla poltrona

L’indicazione dei dentisti arriva sulla base di uno studio recente dell’università inglese di Birmingham secondo cui chi è a rischio di avere la glicemia alta può essere ‘riconosciuto’ per la prima volta proprio dall’odontoiatra: del resto sono almeno un milione gli italiani diabetici senza saperlo, perciò qualsiasi metodo che aiuti a scovarne qualcuno è più che vantaggioso. «I parodontologi potrebbero svolgere un ruolo chiave nell’intercettazione delle persone ad alto rischio di sviluppare diabete e nella diagnosi precoce di questa malattia in coloro che non sanno di esserne affetti», osserva Luca Landi, presidente SIdP. «Il recente studio inglese, rianalizzando le ricerche sul tema, ha dimostrato che strumenti di valutazione del rischio come l’analisi delle tasche gengivali, questionari dedicati e il test dell’emoglobina glicata, eseguibile facilmente anche nello studio odontoiatrico, possono identificare le persone a maggior rischio che poi, individuate con una diagnosi ‘alla poltrona’, potranno essere indirizzate verso cambiamenti degli stili di vita, alimentari e anche parodontali e di igiene orale domiciliare. La salute delle gengive è legata a quella generale ed esiste una correlazione strettissima fra malattie parodontali e diabete che è necessario conoscere per affrontare al meglio entrambe le patologie».

Legame pericoloso

Se le gengive sono infiammate infatti si sviluppa un’infiammazione cronica sistemica che favorisce la comparsa del diabete, del 20 per cento più frequente in chi soffre di parodontite: per questo anche il dentista può sospettare la presenza del diabete nei pazienti con problemi gengivali e può quindi essere il primo a porre il sospetto diagnostico. Le due malattie infatti vanno a braccetto: se la salute dei denti viene trascurata le probabilità di aggravarsi del diabete si moltiplica, in chi ha la glicemia alta cresce di pari passo la probabilità di gengivite e parodontite. «Al contrario prestando attenzione alla cura di denti e gengive si hanno maggiori probabilità di tenere sotto controllo anche il diabete», aggiunge Landi. «Il valore dell’emoglobina glicata per esempio risente positivamente della diminuzione dell’infiammazione gengivale tramite interventi specifici del dentista, come la decontaminazione meccanica del biofilm di placca sui denti: curare la parodontite significa perciò contribuire non poco a migliorare lo stato metabolico generale della persona con diabete, che si traduce anche in una diminuzione dei danni indotti dalla glicemia alta».

Tratto da: Corriere della Sera Salute, Elena Meli, 26 novembre 2020