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Dapagliflozin efficace a lungo termine nel proteggere i reni delle persone con diabete

Circa 4 milioni di italiani sono affetti da diabete di Tipo 2 (DMT2) e di questi uno su tre sviluppa la malattia renale cronica, che può portare a dialisi e trapianto renale, riducendo l’aspettativa di vita fino a 16 anni.

Nuovi dati, raccolti in oltre 50 Centri italiani di diabetologia, hanno evidenziato l’efficacia a lungo termine di dapagliflozin nel proteggere le persone con DMT2 dal danno renale rispetto alle altre classi di farmaci antidiabetici.

A mostrarlo sono i risultati dello studio DARWIN-Renal (DApagliflozin Real World evideNce-Renal) appena pubblicato su The Lancet Regional Health Europe, promosso dalla Società italiana di diabetologia (Sid) con il supporto non condizionante di AstraZeneca, che ha esaminato oltre 12 mila persone con DMT2.

I dati hanno mostrato una significativa superiorità di dapagliflozin nel proteggere la capacità del rene di filtrare (eGFR), nel prevenire il danno renale (albuminuria), nel ritardare il rischio di insorgenza di malattia renale cronica e nello scongiurare la perdita di funzionalità renale che porta a dialisi e trapianto. Nello specifico, ha centrato l’endpoint primario di efficacia della protezione della funzionalità renale dimostrando, in un periodo di due anni e mezzo, una riduzione significativa del declino dell’eGFR pari a 1,81 ml/min/1,73 m2 rispetto alle altre classi di farmaci disponibili per il trattamento del diabete di tipo 2, inclusi gli agonisti recettoriali di GLP-1.

Inoltre, ha dimostrato un’efficacia significativa nella riduzione del 24% del rischio relativo di nuova insorgenza di malattia renale cronica e del 31% della perdita di funzionalità renale rispetto alle altre classi di farmaci per il diabete.

«Come Società italiana di diabetologia siamo orgogliosi di aver promosso lo studio DARWIN, il primo e più ampio studio comparativo real-world nella diabetologia italiana, i cui risultati, frutto del lavoro scientifico dei diabetologi italiani, rappresentano un’importantissima notizia per la salute delle persone con diabete» dice Angelo Avogaro, presidente Sid.

«È molto importante sottolineare», aggiunge Gian Paolo Fadini, professore di Endocrinologia dell’Università di Padova e coordinatore del progetto, che i risultati dello studio DARWIN-Renal , sono stati raggiunti «anche nella condizione di cosiddetta prevenzione primaria, ovvero in persone con diabete, ma senza alcuna evidenza iniziale di danno renale».

«Il beneficio di dapagliflozin nella prevenzione della malattia renale nel DMT2 è quindi innegabile – sostiene infine Raffaela Fede, direttore medico di AstraZeneca Italia – considerando che, sulla base dei risultati dello studio, solo 22 soggetti dovrebbero essere trattati con dapagliflozin per cinque anni per prevenire un endpoint renale composito. Grazie al lavoro scientifico di un ampio gruppo di ricercatori italiani abbiamo quindi un’ulteriore conferma che l’utilizzo di dapagliflozin preservi il rene delle persone con DMT2».

Tratto da: Healthdesk, 12 febbraio 2024