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Dieta, integrazione, vita sana: come ridurre il rischio di malattie oculari

Diversi studi dimostrano come l’apporto di alcuni nutrienti permetta di limitare la progressione di alcune patologie degenerative della retina. Su tutti la vitamina D.

Il legame tra difficoltà visiva e invecchiamento è un aspetto con cui più o meno tutti devono prima o poi fare i conti. Alcuni piccoli disturbi sono considerati normali dopo i cinquant’anni e vengono facilmente gestiti, ma altri più seri possono coinvolgere la retina e condizionare la funzionalità visiva.

La degenerazione maculare senile (Amd), è una patologia cronica che colpisce l’area centrale della retina (la macula), i cui sintomi vanno da visione distorta e offuscata a percezione di macchie, da fotofobia a progressiva riduzione della vista. Un’altra patologia, questa volta non strettamente legata all’età, è la retinopatia diabetica: questa rappresenta una complicanza frequente del diabete causata da un danno ai vasi sanguigni della retina, che determina una graduale perdita visiva.

La retina si protegge con la prevenzione

La degenerazione maculare senile, secondo i dati dell’Osservatorio Malattie Rare, è la principale causa di ipovisione per gli over 65 nei Paesi occidentali. Solo in Italia, interessa circa un milione di persone, con 50mila nuovi casi all’anno. L’Amd è irreversibile e nella fase iniziale, di solito, è asintomatica. La prevenzione assume quindi un ruolo cruciale. Diagnosi precoce insieme ad alimentazione e stili di vita adeguati possono infatti ridurre il rischio di sviluppare la malattia e rallentarne il decorso.

Il 75% dei soggetti a rischio non conosce l’Amd, tendendo così a sottovalutare eventuali sintomi. È invece importante non trascurare i piccoli disturbi visivi ed effettuare regolari visite oculistiche, durante le quali il medico effettuerà l’esame del fondo oculare e altri test specifici, indirizzando, se necessario, il paziente verso ulteriori approfondimenti diagnostici. Per quanto riguarda la retinopatia diabetica, è importante che i soggetti diabetici, oltre a mantenere un buon controllo degli zuccheri nel sangue, si sottopongano ad una visita oftalmica almeno una volta all’anno, anche in assenza di disturbi visivi.

La campagna intitolata “Quando rallentare è un vantaggio” promossa da Bausch+Lomb punta proprio a sensibilizzare alla prevenzione. L’azienda americana, impegnata dal 1853 nella protezione e nella cura degli occhi di tutti i pazienti con un’ampia gamma di farmaci, integratori e prodotti specifici, ha l’obiettivo di diffondere la consapevolezza che un approccio partecipativo alla propria salute oculare è il modo migliore per difenderla e preservarla.

Occhi in salute: si parte dalla tavola

Alcuni fattori di rischio dell’Amd (in buona parte gli stessi della retinopatia diabetica), come l’età, la familiarità o il sesso (le donne sarebbero più colpite), non sono modificabili. Altri, invece, dipendono da scelte e abitudini. Il fumo, in particolare, aumenta notevolmente il rischio di malattia e ne favorisce l’insorgenza precoce. Ma possono pesare anche l’eccessiva esposizione alla luce solare, il consumo di alcol, l’obesità, l’ipertensione e una dieta con eccesso di grassi.

Un’alimentazione equilibrata, con un maggior consumo dipesce, cereali, frutta e verdura, garantisce il giusto apporto di nutrienti utili per la salute degli occhi: vitamine, ma anche carotenoidi e acidi grassi Omega-3, che sono presenti in elevate concentrazioni nella retina e nel cristallino, non possono essere sintetizzati dall’organismo e devono essere introdotti nell’organismo con il cibo.

Verdure a foglia verde, broccoli, piselli e uova contengono buone quantità di luteina e zeaxantina, due sostanze che svolgono azione antiossidante e proteggono la retina dagli effetti dannosi della luce solare.

Ridurre il rischio con l’aiuto degli integratori

Un discorso a parte vale per la vitamina D, elemento strettamente legato alla salute dei nostri occhi, ma presente solo in minima parte nei cibi: la sua fonte principale è costituita dall’esposizione al sole. Da uno studio del 2017 pubblicato su “Investigative ophthalmology & visual science” emerge che la vitamina D, con le sue proprietà antinfiammatorie, può ridurre il rischio di sviluppare Amd . Al contrario, una ricerca del 2019 pubblicata sull’”International Journal of Retina and Vitreous” conferma che bassi livelli di questa Vitamina nell’organismo sono associati all’aumento di gravità della retinopatia diabetica. E la carenza è una condizione molto diffusa: secondo una ricerca pubblicata nel 2020 sull’”European Journal of Clinical Nutrition” quattro europei su dieci assumono meno vitamina D rispetto alla dose di 10-20 μg al giorno raccomandata dall’Institute of Medicine of the National Academies.

Assumere integratori alimentari contenenti vitamina D, insieme ad altri oligoelementi dall’azione antiossidante, potrebbe essere dunque importante per ridurre il rischio di alcune malattie oftalmiche.

Tratto da: corriere.it, BAUSCH & LOMB, 24 febbraio 2024