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Negli USA, messo a punto un device per il prelievo di sangue senza ago

Si tratta di una piccola ventosa, sviluppata dalla Tasso Inc, che grazie a una tecnologia super innovativa che studia la manipolazione di liquidi attraverso canali microscopici, riesce ad assorbire il sangue senza l’utilizzo di aghi.

La paura degli aghi, per quanto oggi siano più sottili, mista al fastidio di vedere il proprio sangue miete ancora molte vittime sia tra gli adulti che soprattutto tra i bambini e i ragazzi. Avere a disposizione un dispositivo come quello messo a punto da una nuova startup americana della University of Wisconsin Madison in collaborazione con gli ingegneri biochimici della Tasso Inc di Seattle ha risolto il problema in un colpo solo. Il dispositivo (Hemolink è il nome al momento) sfrutta la tecnologia microfluidica, che consente di utilizzare quantità molto piccole di campioni e reagenti e di effettuare separazioni e rilevamenti ad alta risoluzione e sensibilità, a basso costo, in tempi brevi e in un ingombro ridotto per i dispositivi analitici.

Nel nuovo dispositivo di cui si stanno studiando le possibili applicazioni su larga scala il prelievo viene effettuato da una piccola ventosa che si applica sul braccio e che “risucchia” una minima quantità di sangue senza che la persona neanche se ne renda conto.

La ventosa è al momento grande quanto una pallina da ping pong, e questo al momento limita le tipologie di esami. L’obiettivo futuro però è molto ambizioso ovvero quello di poter sostituire il classico sistema di prelievo con ago e siringa e di poter usare il dispositivo direttamente a casa, senza doversi recare presso un laboratorio, non solo per gli esami di base ma anche per il controllo di colesterolo, glicemia ed emocromo.

 Una rivoluzione non da poco, una sorta di piccolo laboratorio portatile e completamente indolore, soprattutto per chi - come i diabetici – deve bucarsi ogni giorno. Secondo la Tasso Inc la commercializzazione del dispositivo è solo questione di qualche mese, e comunque entro la fine del 2016.

Tratto da: diabete.com, 24 febbraio 2015