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Approvato dall’Fda il primo dispositivo cardiaco bioassorbibile

Bvs è il primo dispositivo cardiaco completamente riassorbibile approvato per il trattamento della malattia coronarica. Abbott ha infatti annunciato che la Food and Drug Administration (Fda) ha dato il consenso per la commercializzazione negli Usa del Bioresorbable Vascular Scaffold, che, a differenza dei tradizionali stent metallici si integra nell’organismo allo stesso modo dei punti chirurgici riassorbibili. Dopo aver aperto l’arteria ostruita e favorito la guarigione del segmento dell’arteria trattato, Bvs si dissolve completamente in tre anni. Gli stent metallici sono invece impianti permanenti che limitano la mobilità del vaso per la vita del paziente trattato.

Il Bvs è il primo dispositivo cardiaco completamente riassorbibile approvato per il trattamento della malattia coronarica, una patologia che colpisce 15 milioni di persone negli Stati Uniti e che resta una delle principali cause di mortalità al mondo nonostante decenni di progressi terapeutici. Mentre gli stent sono tradizionalmente realizzati in metallo, il Bvs di Abbott è composto da un materiale che si dissolve naturalmente, simile a quello usato per i punti di sutura riassorbibili. Il Bvs si dissolve completamente in circa tre anni.

«Abbiamo sempre creduto - afferma Giuseppe Musumeci, presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise) - che il Bvs fosse la principale novità nell’ambito dell’interventistica coronarica, tanto da promuovere un registro nazionale, IT-DISAPPEARS, che ha valutato il risultato immediato e a distanza di questa tecnologia nella patologia coronarica complessa e che ha coinvolto mille pazienti in oltre 50 centri ospedalieri italiani. I risultati a 30 giorni dall'impianto del Bvs sono stati ottimi e recentemente presentati a Parigi al Congresso Europeo di Cardiologia Interventistica ed hanno evidenziato una bassa incidenza di complicanze: solo 6 pazienti su mille hanno sperimentato una riocclusione subacuta della coronaria. Inoltre, tutto ciò dimostra che in Italia abbiamo puntato sulla tecnologia giusta in quanto, come sappiamo, l’Fda approva soltanto i prodotti più avanzati che hanno dimostrato di funzionare al meglio in termini di efficacia e sicurezza».

Tratto da: Healthdesk, 06 luglio 2016