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Parkinson: nuova luce sull’origine dei deficit cognitivi

Tremori e difficoltà di coordinamento. Sono questi i segnali più evidenti della malattia di Parkinson. Meno eclatanti, ma comunque presenti, sono i deficit cognitivi che riguardano la memoria, l’attenzione e il linguaggio. Individuare l’origine di questi disturbi è stato l’obiettivo di un gruppo ricercatori dell’Unità di Neuroimaging quantitativo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele che ha appena pubblicato i risultati dello studio su Radiology. Le difficoltà cognitive non sarebbero causate solo dalla degenerazione delle aree cerebrali ma anche dalla degenerazione delle connessioni tra le aree, ovvero da un’alterazione dei network che permettono alle diverse parti del cervello di “parlare” tra loro, processando e integrando informazioni.

I ricercatori hanno analizzato le immagini del cervello di 170 pazienti con malattia di Parkinson, ottenute con risonanza magnetica con tensore di diffusione. Un terzo dei pazienti, oltre alle disabilità motorie tipiche della malattia, mostravano lievi disabilità cognitive. Il particolare tipo di risonanza magnetica utilizzata dagli scienziati permette di “fotografare” la struttura delle connessioni tra le diverse aree cerebrali, chiamato connettoma. Così gli scienziati sono giunti a una conclusione interessante: nei pazienti che presentano solo disturbi motori i network cerebrali sono simili a quelli di un soggetto sano, nei pazienti con declino cognitivo appaiono alterati. Il Parkinson potrebbe quindi essere caratterizzato da due fenomeni cerebrali distinti: da un lato la degenerazione di aree circoscritte di materia grigia, associata ai sintomi motori della malattia, dall’altro l’alterazione delle connessioni tra diverse aree cerebrali, associata all’insorgenza di disabilità cognitive.

La scoperta potrebbe aprire la strada a un nuovo approccio diagnostico. «I deficit cognitivi - spiega Federica Agosta, co-autrice dello studio e ricercatrice presso l’Unità di Neuroimaging quantitativo all’Irccs Ospedale San Raffaele. - sono tra le complicazioni più diffuse della malattia di Parkinson e uno dei motivi di maggior preoccupazione per i pazienti e per le persone che si prendono cura di loro. Se i nostri risultati verranno confermati da altri studi, l’alterazione dei network cerebrali potrebbe diventare un indicatore precoce della presenza di declino cognitivo nei pazienti affetti da Parkinson, permettendo così un intervento di sostegno più rapido ed efficace».

Tratto da: Healthdesk, 14 dicembre 2016