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Depressione e malattie cardiovascolari: quale relazione?

Le statistiche mondiali situano depressione e malattie cardiovascolari in cima alla lista delle principali cause di mortalità al giorno d’oggi. Queste patologie, oltre a pesare sulla spesa pubblica e sanitaria, portano con sé gravi conseguenze a livello della produttività e della qualità della vita di quanti ne soffrono.

Benché la doppia via che connette queste due malattie sia nota da diverso tempo, gli esperti sembrano certi dell’esistenza di meccanismi in comuni soggiacenti.

La relazione tra depressione e malattie cardiovascolari

È facile comprendere come una diagnosi di malattia cardiaca possa portare una persona a soffrire di depressione, ma è importante ricordare che i pazienti affetti da depressione sono ancor più inclini a sviluppare dei problemi di natura cardiaca rispetto ai pazienti sani.

Purtroppo, ancora oggi, al momento della diagnosi di malattia cardiovascolare, gli specialisti tendono a sottovalutare l’impatto psicologico di questa diagnosi e il maggiore rischio correlato di sviluppare depressione. I pazienti cardiopatici, quindi, rischiano un grave ritardo nella diagnosi e avvio di una adeguata terapia antidepressiva. Inoltre la loro qualità di vita risulta condizionata dalla concomitante presenza di depressione dal momento che la depressione può spesso accompagnarsi ad una diminuzione delle cure di sè e della aderenza al piano terapeutico.

Alla luce di queste osservazioni, le principali associazioni mondiali di cardiologia raccomandano di effettuare uno screening della depressione in quei pazienti che soffrono di coronaropatia accertata o con una patologia cardiovascolare sospetta.

Reciprocamente, stress e malattie cardiovascolari intrattengono un legame estremamente dannoso e noto da diverso tempo e, considerando come la depressione sia caratterizzata da uno stato di stress prolungato, la relazione tra questa patologia e le malattie cardiovascolari diventa ancor più evidente. Esisterebbe quindi una relazione a due vie tra depressione e malattie cardiovascolari, nella quale una costituisce un fattore di rischio dell’altra. Secondo i ricercatori sarebbe lo stato infiammatorio che accomuna queste due condizioni potrebbe essere alla base del loro legame.

Depressione e malattie cardiovascolari: i trattamenti

Considerando dunque che l’infiammazione rappresenta il fattore comune alla base della depressione e delle malattie cardiovascolari, il ricorso a degli approcci terapeutici antinfiammatori sembra costituire una via efficace. Tra questi è possibile pensare all’introduzione nella dieta di alimenti con proprietà antinfiammatorie come, ad esempio, gli acidi grassi polinsaturi omega-3, il coenzima Q10, la curcuma, il pepe nero e le vitamine antiossidanti E e C. È importante citare, inoltre, il ruolo giocato dalla pratica di tecniche corporee e mentali in grado di ridurre lo stress quali yoga, tai-chi, meditazione e mindfulness.

Da un punto di vista farmacologico, ovviamente gli antidepressivi costituiscono ancora il miglior alleato contro i casi più gravi di depressione. Nel caso dei pazienti cardiopatici, però, alcuni di questi farmaci potrebbero portare al manifestarsi di gravi effetti secondari di natura cardiaca, in grado di danneggiare enormemente ogni possibilità di guarigione. La terapia antidepressiva farmacologica di prima linea per il trattamento della depressione nei pazienti affetti da malattie cardiovascolari è costituita al momento dai farmaci di categoria SSRI. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, infatti, sono i soli antidepressivi con una buona tollerabilità e un profilo di sicurezza adeguato anche dal punto di vista cardiaco e gli effetti secondari tendono ad essere di natura transitoria e facilmente gestibili.

Benché la terapia psicologica offra dei buoni risultati nei casi di depressione da lieve a moderata, purtroppo non sembra avere dei benefici importanti sulla salute cardiaca. È, però, importante notare che gli studi in questo settore hanno riscontrato come la terapia psicologica online potrebbe aiutare i pazienti a mantenere una buona aderenza terapeutica.

I benefici generati dalla pratica dell’attività fisica sulla depressione si applicano anche nel caso dei pazienti cardiopatici dal momento che l’esercizio fisico, specie se praticato in gruppo, può non solo aiutare a ridurre la depressione ma, al tempo stesso, diminuire tutti i fattori di rischio tipici delle malattie cardiovascolari come sovrappeso, ipertensione arteriosa, trigliceridi e colesterolo.

Pazienti anziani, depressione e malattie cardiovascolari

É fondamentale prestare grande attenzione al trattamento dei pazienti geriatrici prima di prescrivere un farmaco attivo sul cervello. La grande quantità di farmaci assunti da questi pazienti, spesso affetti da diverse patologie coesistenti, potrebbe, infatti, causare delle interazioni dannose con i farmaci antidepressivi. Sarebbe opportuno, quindi, esigere una valutazione geriatrica prima di procedere ad un’analisi strettamente psichiatrica di questi pazienti.

Conclusione

Alla luce di quanto trattato, sembra ormai evidente che la depressione dovrebbe essere considerata come uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, alla stregua di sigarette, ipertensione e colesterolo alto. I diversi enti sanitari dovranno, quindi, mettere in atto delle strategie multi-approccio che potranno venire in aiuto ai pazienti cardiopatici che sviluppano una depressione e, contemporaneamente, ridurre i rischi di malattie cardiovascolari nei pazienti depressi.

Tratto da: Pagine Mediche, Dr. Federico Baranzini, 11 settembre 2023