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Olio di oliva, alimento funzionale: con benefici cardiovascolari, cognitivi e intestinali. Gli studi

Olio extravergine d'oliva, sinergia di composti per la prevenzione di malattie: la ricerca conferma i benefici per la salute di questo alimento simbolo della dieta mediterranea.

L’olio di oliva è un alimento cardine della Dieta Mediterranea. Oggi è ancora per lo più prodotto e consumato nei paesi del bacino mediterraneo. Circa il 70% proviene infatti da Spagna - principale produttore - Grecia, Italia, Turchia, Marocco e Tunisia. Sono ovviamente anche i paesi in cui se ne fa un consumo maggiore pro capite: 12kg in Grecia, 11,7 in Spagna, 8 in Italia e 7,9 in Portogallo ma il consumo sta rapidamente crescendo anche in Nord Europa e in Nord America, di pari passo, si potrebbe dire, con le evidenze emerse dagli studi che ne sottolineano i potenziali benefici sulla salute.  Si ottiene dalla spremitura e dalla frangitura di olive intere e dalla separazione dell'olio processi fisici o chimici. Quando ottenuto "esclusivamente mediante mezzi meccanici o altri in condizioni, in particolare termiche, che non comportino alterazioni nell'olio e che non hanno subito alcun trattamento diverso dal lavaggio, dalla decantazione, centrifugazione e filtrazione" è indicato come olio di oliva vergine: questa tecnica di produzione in particolare assicura la conservazione e il trasferimento di componenti bioattivi, tra cui polifenoli, dalle olive all'olio.

Macro e microelementi: acidi grassi monoinsaturi, polifenoli e triterpeni

L'impatto positivo dell'assunzione di olio d'oliva sulla salute umana è da ricondurre alla composizione in macro e microelementi: alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) (acido oleico in particolare) e composti minori come i polifenoli oleuropeina e idrossitirosolo).

Una revisione pubblicata su Nutrients ha voluto riassumere le evidenze cliniche più recenti - ricercando in PubMed e Scopus gli studi clinici pubblicati in inglese da ottobre 2016 a dicembre 2022, con le parole chiave "olio d'oliva" e "salute" – cercando di capire se i benefici siano associati alla specificità di singoli componenti o ad una loro sinergia.

È importante notare che la dieta mediterranea, considerata un modello alimentare salutare è associata a un ridotto rischio di eventi cardiovascolari per lo più grazie al suo profilo lipidico e per la capacità antiossidante del grasso principale, l’olio extravergine d’oliva appunto; quest’ultimo ha tuttavia raccolto un numero significativo di prove dei suoi effetti benefici sulla salute anche indipendentemente dall’associazione con il modello dietetico.

I principali risultati hanno confermato l’associazione fra olio d'oliva ed effetti antiossidanti e antinfiammatori; miglioramento della funzione endoteliale e del profilo lipidico; prevenzione dell'obesità, del diabete, delle malattie cardiovascolari. Il consumo di olio extravergine ricco di composti fenolici ha migliorato il controllo metabolico e il profilo delle adipochine infiammatorie – le citochine secrete dal tessuto adiposo - circolanti nei pazienti in sovrappeso con diabete di tipo 2, ha ridotto la glicemia a digiuno, l'emoglobina glicata (HbA1c), l'indice di massa corporea e il peso corporeo. Analogamente, un caso di studio con solo pazienti di sesso femminile con diabete di tipo 2, ha rivelato una riduzione significativa di proteina C-reattiva, riducendo così l'infiammazione e lo stress ossidativo che portano alle complicanze del diabete.

Dagli studi selezionati emerge tuttavia come in molti casi sia la sinergia tra i composti bioattivi minori dell’olio (composti fenolici e triterpeni, tra cui l'oleocantale, oleuropeina e idrossitirosolo) e i lipidi (MUFA per lo più) a spiegare gli effetti positivi e in termini di prevenzione e gestione di una serie di malattie non trasmissibili.

Lo studio in questione ha anche fatto emergere il potenziale impatto di questo olio sulla funzione cognitiva e sulla neuroprotezione, nonché sulla diversità del microbiota intestinale, in modo indipendente o nell'ambito della stessa dieta mediterranea. Per quanto riguarda l’equilibrio intestinale, per esempio, si è visto che i composti fenolici dell’olio possono interagire con il microbiota e potenzialmente influenzare lo stato ossidativo della barriera intestinale, del livello di infiammazione e della risposta immunitaria dell'ospite.

Gli studi sono ad oggi nelle prime fasi di sviluppo, ma i sei studi clinici del periodo preso in esame hanno sostanzialmente sostenuto il potenziale effetto prebiotico della componente fenolica dell’olio.

In conclusione, lo studio afferma che i dati scientifici hanno dimostrato che l'assunzione di olio di oliva, come parte di una dieta di stile mediterraneo o come alimento funzionale da solo, svolge un ruolo fondamentale, sia migliorando la salute sia in termini di prevenzione per lo più grazie all’effetto sinergico fra i composti polifenolici e l’alto contenuto di acido oleico. Anche se saranno necessarie ulteriori ricerche sono tuttavia già sufficienti le evidenze a sostegno del fatto che il consumo di olio extravergine contribuisce positivamente prevenzione e gestione di una serie di   malattie non trasmissibili di grande impatto per la salute pubblica. 

Fonti

Nutrients 2023. https://doi.org/10.3390/nu15163625 

Tratto da: Farmacista33, Francesca De vecchi - Tecnologa alimentare, 08 febbraio 2024